lunedì 11 ottobre 2010

P2P e Streaming : In Continua Evoluzione

È indubbio che negli ultimi anni si sia lanciata la moda dello streaming come soluzione amata da molti cinefili: il film a casa, con possibilità di mettere pausa quando si preferisce e di fermare la riproduzione per poi riprenderla, o ancora di poter guardare un film in cuffia sul proprio pc e soprattutto gratis, è una sensazione che molti condividono. Soprattutto ora che il prezzo del cinema è salito alle stelle (7 euro nelle catene più valide) diventa una comodità senza precedenti. Tramite i più noti megavideo e veoh ecco che si consuma la moda del film streaming che ha fatto grandi anche molti dei portali creati in Italia.

Un'altra realtà sempre più crescente, ma con minori riscontri di recente, è quella del P2P basato sui server emule e i siti torrent, che rimandano poi a programmi quali BitTorrent o UTorrent che permettono il download di file tramite, appunto, il torrent. Il loro decadimento è anche legato alla realtà del film in streaming che ha soppiantato la tanto snervante attesa del download tramite programma: c'è ovviamente chi continua a preferire Emule o Torrent, qualora si trovi dinanzi alla difficoltà dei famigerati 72 minuti di massima offerti da megavideo per lo streaming. C'è chi si ingegna a creare nuovi server, soprattutto dopo il più tragico degli avvenimenti occorso qualche anno fa e che vide protagonista il server Razorback, da sempre l'apice degli amanti di Emule, che venne sequestrato dalla polizia belga. Vicenda simile hanno dovuto subire gli amanti del torrent che hanno visto crollare la baia dei pirati di recente. Insomma è un modo difficile, ma tutto ciò è legale o illegale?

Oramai la violazione di copyright è cosa ben nota a tutti e ci sembra davvero sciocco dover precisare che l'azione legata al download è illegale, ma lo streaming, da quando è nato, riesce ad appendersi ad alcune realtà affascinanti sicuramente per ovviare alla problematica del reato: purtroppo sono solo miseri tentativi di aggirare una legislazione che, per quanto l'utenza e gli italiani appellano come vetusta, è tra le più giovani del continente europeo. La legge sul copyright mette a tacere anche la ben nota scusante dei file degradati quali quelli che circolano nello streaming: dal 1941, sebbene all'epoca non vi fosse internet ma nel corso del tempo siano venute a galla le disposizioni aggiornanti, tale realtà è solo una scusante ed ecco che molti colossi dello streaming sono venuti meno dinanzi a delle minacce di denuncia dalla FAPAV.

In base alle informazioni raccolte, sconsigliamo di utilizzare servizi di streaming e/o di P2P.

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